Scopriamo il nuovo progetto di sviluppo sostenibile del Centro Pime di Milano
(Articolo scritto per il magazine Art Nomade Milan News, di Elisabetta Roncati)
Dopo aver celebrato, lo scorso 18 maggio, la Giornata Internazionale dei Musei, quest’anno incentrata sulle tematiche della digitalizzazione e della sostenibilità ambientale, torniamo a parlare di uomo e natura (ma anche di tecnologia) con un progetto promosso dal Centro Pime di Milano e rivolto alla Papua Nuova Guinea.
Da sempre impegnato nella promozione umana presso le culture cosiddette “altre”, il Pontificio Istituto Missioni Estere di Milano ha deciso di dedicarsi quest’anno alla Papua Nuova Guinea, terra lontana ma al centro di un’importante sfida ambientale vicina ai popoli di tutto il mondo.
L’obiettivo principale della campagna è favorire progetti di sviluppo sostenibile in questo Paese attualmente messo a dura prova dalle frequenti catastrofi naturali causate dal cambiamento climatico e dalla mancanza di infrastrutture adeguate per la gestione delle risorse.
Accanto a diversi progetti già realizzati dal Pime in questa terra così ricca di biodiversità, come la costruzione di pannelli solari e serbatoi di acqua potabile, la campagna è volta anche a sensibilizzare la popolazione locale e quella italiana sul tema della sostenibilità.
Per farlo, il Centro ha messo a disposizione sul proprio sito web diverse risorse digitali per insegnanti, educatori e genitori da rivolgere a bambini e ragazzi per stimolare la curiosità e favorire una riflessione sulla tematica ambientale e sulle connessioni tra la nostra quotidianità e quella delle altre popolazioni.
Per chi volesse invece approfondire l’aspetto antropologico ed etnografico delle tribù che abitano le isole di questo Paese, è finalmente possibile visitare il Museo Popoli e Culture che raccoglie, all’interno della sua incredibile collezione etnografica, anche diversi manufatti provenienti dalla Papua Nuova Guinea.
Tra i vari esempi di cultura materiale di questi popoli conservati al museo, alcuni ornamenti di conchiglie cauri rosse e bianche e due elementi decorativi delle canoe usate dalla popolazione locale, che ci raccontano della pratica cerimoniale cosiddetta “kula”, descritta per la prima volta dall’antropologo Malinowski nel libro “Argonauti del Pacifico Occidentale” del 1922.
Sono oggetti che parlano di miti e riti apparentemente lontani dal nostro quotidiano, eppure segno di quella stessa condizione umana che accomuna tutti i popoli del mondo, invitando il visitatore ad una riflessione sul significato stesso della parola “cultura”.
Un’ultima nota per chi volesse visitare questo museo milanese: da settembre 2019, grazie ad un’importante opera di riallestimento che ha visto anche il trasferimento della collezione nella nuova sede di Via Monte Rosa 81, sono state inserite, lungo il percorso di visita, diverse postazioni multimediali che favoriscono un’interazione ancora più attiva del visitatore con i manufatti esposti nelle sale.
Se vi state ancora chiedendo come passare il prossimo giorno libero, non vi resta che prenotare la vostra visita guidata!
Mari
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