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Immagine del redattoreMarina Bergonzi

I fenicotteri di Villa Invernizzi

Aggiornamento: 24 giu 2021

Un angolo di Cile nel centro di Milano


(Articolo scritto per il magazine Art Nomade Milan News, di Elisabetta Roncati)



Se Salvador Dalì nel 1969 passeggiava per Parigi con tanto di formichiere al seguito, sappiate che anche Milano vanta la sua storia di ordinaria follia.


Protagonisti della curiosa vicenda tutta italiana che vi sto per raccontare sono i coniugi Invernizzi e i loro singolari animali domestici.


Infatti, oltre ad essere l’inventore del famoso Formaggino MIO e di personaggi come Susanna Tuttapanna e la Mucca Carolina, Romeo Invernizzi aveva due passioni: la filantropia e la natura.



Proprio per questo, dopo aver trasformato l’impresa familiare nella seconda azienda casearia in Italia, Romeo lascia la natale Pasturo per trasferirsi a Milano con la moglie Enrica Pessina.


Giunti nel capoluogo lombardo, l’imprenditore e la consorte acquistano due palazzi adiacenti collocati in Corso Venezia: il primo viene trasformato nella villa in stile Liberty tuttora visibile, mentre l’altro è demolito per fare spazio ad un lussureggiante giardino, oggi affacciato su Via dei Cappuccini.


Nel 1973 approda in questo fazzoletto verde in pieno centro a Milano il primo fenicottero, proveniente dal Cile.


Seguono altri undici esemplari sudamericani e africani, importati dalla coppia prima del 1980, anno in cui l’Italia aderisce alla CITES, la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione.


Nella villa forse più famosa del cosiddetto “Quadrilatero del Silenzio”, una vera e propria oasi di pace a due passi dalla fermata della metropolitana di Palestro, la vita procede lenta: mentre Enrica si dedica al giardino di magnolie ed al roseto, il marito porta avanti gli affari di famiglia e ammira gli eleganti trampolieri dalla vetrata del suo studio al pianoterra.



Questo fino al 2004, quando, poco prima di morire, Romeo ed Enrica devolvono il loro intero patrimonio alla Fondazione Invernizzi, nata negli anni ’90 per promuovere la ricerca scientifica in campo biologico, medico ed alimentare.


Ma cosa ne è stato dei fenicotteri?


Perfettamente adattati al contesto cittadino, i dodici ospiti del giardino Invernizzi continuano tuttora ad essere coccolati dai circa settanta ricercatori della Fondazione che oggi occupano la villa, purtroppo chiusa al pubblico.


Tra un bagno e l’altro nella fontana del parco, questi esotici pennuti sono nutriti ogni giorno a suon di crostacei e molluschi, oltre che essere costantemente immortalati dalle fotocamere di turisti e passanti curiosi.



Dato che al momento gli spostamenti fisici non ci sono ancora consentiti, se avete voglia di viaggiare pur rimanendo a Milano, non vi resta che uscire di casa e andare a curiosare in questo esotico angolo di paradiso attraverso la siepe che lo circonda!


Mari

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