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  • Immagine del redattoreMarina Bergonzi

Graffitismo e street art

Aggiornamento: 24 giu 2021

Interventi urbani tra vandalismo e impegno sociale



Chi di voi curiosi d'arte sa dirmi quale sia la differenza tra graffiti e arte di strada?

Se pensate che questi due termini siano sinonimi e ancora li utilizzate in modo intercambiabile, magari a giorni alterni per cercare di non sbagliare, è giunta l'ora di fare chiarezza e capirci qualcosa di più su queste due manifestazioni culturali, sorelle tra di loro e figlie di uno stesso tessuto urbano che dai primi anni '70 del Novecento accoglie ovunque nel mondo scritte e immagini di ogni tipo.


Nonostante queste due forme di espressione abbiano infatti alcuni elementi in comune, come la tecnica di esecuzione e soprattutto il contesto urbano, non bisogna però dimenticare la sostanziale differenza tra le due, ovvero l'intento con cui vengono realizzate, laddove in un caso parliamo di quantità mentre nell'altro di qualità.

So cosa state pensando: "Ma come, tutto qui? Quindi è semplicemente una questione estetica?"


Assolutamente no!


Vediamo brevemente insieme come e dove nascono queste due manifestazioni culturali per cercare di capirne gli aspetti principali e cosa davvero differenzi l'una dall'altra.

Signore e signori, scendono in campo graffiti e arte di strada: salutateli con un applauso!


Spesso considerati atti vandalici e perciò puniti dalla legge, i graffiti si legano il più delle volte alla pratica dello scrivere il proprio nome d'arte (tag) o quello della crew di appartenenza su muri ma anche carrozze dei treni, edifici e monumenti di interesse storico e artistico e ogni altra superficie urbana disponibile, con l'intento di diffondere su larga scala quello che a tutti gli effetti diventa una sorta di logo personale del writer che lo applica ovunque a colpi di bomboletta spray.

A tale proposito, l'espressione inglese "tag bombing" rende bene l'idea di un vero e proprio bombardamento di tag operato dal graffitaro con intento quantitativo per ottenere la fama.

Nonostante ciò, non bisogna però dimenticare che, se da un lato il semplice tag ha il solo scopo di identificarne l'autore differenziandolo allo stesso tempo dagli altri writers, altri graffiti sono il risultato di una vera e propria ricerca artistica che trasforma la scritta in un lavoro di "arte della bomboletta", preceduto da un attento studio del carattere della scritta (eventualmente accompagnata da immagini) e più in generale dell'intera composizione.

In questo caso il semplice tag viene spesso arricchito da frecce, punte e altre forme fino a giungere talvolta a scritte molto intricate, con la creazione da parte del writer di un lettering personalizzato, come nel caso dei quattro tag fotografati dalla sottoscritta nel quartiere milanese di Primaticcio (li trovate all'inizio di questo articolo).


Vale la pena ricordare il famoso writer TAKI 183, che nei primi anni '70 portò a New York il graffitismo, già presente a Filadelfia dove era nato alla fine degli anni '60, contribuendo alla sua diffusione ed evoluzione (con scritte sempre più grandi, spesse ed elaborate), ed al conseguente sviluppo della street art, sua sorella ma distinta dal primo perché figurativa e spesso impegnata a livello sociale e politico, come nel caso dei lavori a stencil del famoso Banksy, del quale trovate qui sotto la Madonna con la pistola (Napoli) e il Bambino migrante (Venezia), attualmente uniche due opere dell'artista in Italia.


Ci avete mai fatto caso che il suo famoso ratto, in inglese "rat", oltre ad essere l'alter ego dell'artista è anche l'anagramma della parola "art"?

Sarà un caso? Certo che no!



La connotazione politica e sociale dei lavori a stencil di Banksy, infatti, è una delle caratteristiche che ne fa delle vere e proprie opere d'arte, rendendo quindi il loro autore un artista a tutti gli effetti e differenziandolo dai graffitari.


Se le opere di Banksy come di altri artisti urbani sono immagine diretta del messaggio che l'autore vuole diffondere alla collettività sociale, altre volte queste opere vengono commissionate dagli stessi enti pubblici con lo scopo di abbellire e rivalutare quartieri degradati e periferici di una città, contribuendo a rafforzare se non addirittura a creare l'identità del luogo stesso ed arricchendo il valore estetico di queste realizzazioni urbane con quello sociale.


È il caso, per esempio, del bellissimo progetto milanese Or.Me – Ortica Memoria, che con più di venti murales realizzati dal collettivo artistico Orticanoodles racconta la storia del quartiere periferico non a caso oggi soprannominato "quartiere museo", di cui trovate qui sotto alcuni esempi.



Infine, vale la pena spendere un paio di parole sulle tecniche utilizzate nella street art: nonostante l'abitudine ad associare questa forma di espressione artistica a tecniche come la bomboletta spray e lo stencil, accanto a queste troviamo anche adesivi, sculture e tante altre tra cui il cosiddetto "urban knitting", costituito da tessuti lavorati a maglia o ad uncinetto cuciti insieme così da avvolgere alberi ed altri oggetti presenti in luoghi pubblici.



Conoscete altre forme di street art?

Lasciate un commento qui sotto per farmi sapere quali!


Nel frattempo vi lancio una proposta: fate un giro nella vostra città armati di fotocamere e telefoni, fotografate le opere d'arte urbana che più vi colpiscono e mandatemele via e-mail così da creare una nostra personalissima galleria d'arte urbana che pubblicherò qui sul sito web!


Mari

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