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Immagine del redattoreMarina Bergonzi

Elliott Erwitt – USA, New York City, 1953

Aggiornamento: 12 mar 2021

Ritratto di un fotografo, marito e papà



"Ho fatto di tutto, ma preferisco il tipo di lavoro che ha a che fare con la condizione umana invece che con gli oggetti" (Elliott Erwitt)

Cosa muove il mondo? Cosa ci permette di procedere a mille anche nei momenti più bui delle nostre vite?

Ebbene, sono assolutamente convinta che la risposta sia: "Le nostre passioni".

Sì, perché quando tutto sembra andare a rotoli, quando cominciamo a chiederci cosa ci facciamo qui in questo mondo che ogni tanto pare non corrisponderci, e non riusciamo a trovare una risposta che ci soddisfi, l'unica cosa da fare è guardarsi bene dentro e rispolverare tutto ciò che ci ha sempre infiammati come cerini.

La passione in fondo altro non è se non quello che ci rende esseri viventi.

Cosa vuol dire infatti vivere? Non smettere mai di correre, cercando sempre e ostinatamente di inseguire i sogni che ci portiamo dentro.

Cosa appassiona dunque la sottoscritta più di tutto?

Un'infinità di cose diverse!

Tra queste, solo per citarne alcune, l'antropologia, le culture diverse dalla propria, il mondo dell'educazione infantile e l'arte, la quale racchiude a sua volta un'infinità di forme espressive diverse e tutte affascinanti, come ad esempio la fotografia.


Lasciatemi quindi inaugurare il mio blog con questo post tutto dedicato alla fotografia, oltre che ai legami familiari, così importanti in questo momento storico che ormai da un anno ci troviamo ad affrontare.

Conoscete l'artista contemporaneo Elliott Erwitt?

Nato a Parigi da genitori russi emigrati, questo simpatico signore di ben novantun anni, che ho avuto l'onore e il piacere di conoscere durante la conferenza stampa tenutasi l'anno scorso al Mudec di Milano in occasione dell'inaugurazione della sua personale Family, è considerato universalmente uno dei più importanti fotografi viventi, oltre ad essere l'autore dello scatto in bianco e nero che vedete qui sopra, datato 1953.

Al suo interno compaiono la prima moglie Lucienne, la figlia Ellen e il gatto Brutus: li avete individuati?

Se invece spostiamo l'attenzione sulla scena che accoglie questi tre personaggi, l'ambiente ci appare spoglio, essenziale, e tuttavia l'apparente semplicità dell'immagine che il fotografo decide di proporci ci interpella direttamente e nel profondo su un tema universale e attualissimo quale la famiglia ed i legami che in essa si vanno a creare nel corso della vita di ciascuno.


Scuotendoci prepotentemente dal nostro torpore, Elliott Erwitt sveste per un attimo i panni del fotografo di fama mondiale e si concede un momento di tenerezza, rendendoci parte di uno scatto rubato fatto di un meraviglioso intreccio di sguardi che ci colpisce e coinvolge personalmente: è lo sguardo adorante di una mamma verso la figlia appena nata, quello del fedele animale domestico che veglia sulla quiete familiare e infine quello esterno ma complice del fotografo, papà e marito delle due figure ritratte.


Uno sguardo che abbandona per un istante le preoccupazioni e le brutture del mondo esterno per concentrarsi sulla bellezza dei piccoli accidenti della propria intima e privata quotidianità, suggerendoci, in un momento difficile come quello che stiamo tuttora attraversando, l'importanza dei legami familiari, efficace antidoto contro le difficoltà della vita.

E voi avete mai sfogliato i vostri album di famiglia? Se come me siete degli inguaribili nostalgici, il mio invito è quello di concedervi una pausa dagli affanni e dalle inevitabili preoccupazioni del quotidiano per andare a spulciare insieme ai vostri bimbi tra le vecchie foto di nonni e parenti lontani, magari divertendovi a condire il tutto con aneddoti simpatici e storie curiose legati ai vostri scatti di famiglia.

La fotografia, quale mezzo espressivo che privilegia l'occhio, ci invita ad osservare attentamente ciò davanti al quale ci troviamo, indagando i più minuti dettagli e chiedendoci perché l'autore abbia scelto una determinata inquadratura e un certo soggetto, oppure se la scelta di includere nella scena alcuni elementi ed escluderne altri sia stata dettata dalla casualità o sia invece frutto di una decisione consapevole.


Allora, cosa aspettate? Correte subito a tirare fuori da armadi, cassettiere e vecchi bauli le vostre foto di famiglia e osservatele bene: sono a colori o in bianco e nero come quella di Elliott? I personaggi sono in posa davanti all'obiettivo o colti di sfuggita?

E se ancora non siete sazi di questo tuffo nel passato, scegliete la fotografia che più vi piace e divertitevi a ricreare la scena con la vostra famiglia!

Mari

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